La spiritualità dei nostri tempi è superficiale, limitando la consapevolezza spirituale fa il gioco del sistema.
Pubblicato anche su Attivismo.info, Sfero, Ovidio Network
Ho assistito alla proiezione di un video comunque ben fatto sulla “spiritualità”, dal titolo Risvegliarsi – Conosci te stesso: conferma tutte le mie perplessità su quel “movimento” di “crescita personale” assai sfaccettato e frammentato dei nostri tempi che, al di là delle ovvie buone intenzioni, a mio parere porta avanti un messaggio ambiguo perché perfettamente coerente con la realtà culturale in cui siamo finiti, in grado di sponsorizzare senza problemi una variegata “resilienza” però del tutto incapace ad affrontare la sostanziale “morte dello spirito” dei nostri tempi, dato che lo ritiene integrato nella realtà materiale.
Il video consiste in una narrazione minimale divisa in fasi, che collega delle interviste a vari Maestri il cui contenuto è stato frammentato per renderlo coerente con il senso della narrazione stessa.
La varietà dei Maestri testimonia una buona multidisciplinarietà, a conferma che ogni ramo del sapere potrebbe correlarsi per servire l’uomo, mentre oggi, a ben vedere, accade proprio il contrario: la ricerca non è libera perché guidata da interessi antietici di controllo e profitto, corporativi e “profondi”, anche capaci di indirizzare la multidisciplinarietà verso un totalitarismo materialista e antiumano.
La falsa ideologia che sta dietro le liberalizzazioni e la sostanziale non democrazia dei sistemi dovuta all’occupazione corporativa della politica, impedisce agli Stati ex-sovrani di liberare la ricerca da interessi privati e di riappropriarsi degli asset di interesse pubblico.
A questa situazione non contribuisce solo l’ideologia neo-liberista antistatalista di “destra” e “sinistra” mainstream, sostanzialmente indistinguibili perché eterodirette dagli stessi centri di potere, ma anche uno statalismo neo-socialista altrettanto preoccupante, dato che non si limita a voler riporre sotto un controllo pubblico quei “beni comuni” che non possono essere lasciati ad un privato incontrollato: appoggia di fatto tutte le possibilità della tecnica, perseguendo quel “progressismo” che ci sta regalando nuove “filosofie” e prassi utili a distruggere la possibilità di consapevolezza spirituale.
A questi ostacoli occorre aggiungere la “filosofia” relativa alla mancanza di denaro, dovuta alla rinuncia alla sovranità monetaria in favore delle banche private a loro volta in mano alla finanza globale, la vera padrona di tutto, un problema che sarebbe inesistente per uno Stato di diritto libero, ma che la gente accetta senza capirne la falsità.
Il discorso è certamente complesso, ma parte da una denuncia che ritengo necessaria e che si può sintetizzare con la diffusa antipolitica della nostra epoca, che si sostanzia nella rinuncia delle persone a costruire qualcosa di politicamente utile, perché democratico, come se la politica non fosse una delle attività umane necessarie, ma una cosa da espellere dal novero delle necessità: una rinuncia assai in voga nel “movimento” di crescita personale suddetto, solo intento a “vivere meglio”.
Tornando così al tema di questo articolo, vediamo spesso molti degli stessi Maestri presenziare in convegni finanziati da fondazioni bancarie o da enti culturali/istituzionali, tutti sponsor delle agende globali antidemocratiche: non mi sembra che il loro messaggio serva a mettere in dubbio quanto qui espresso, anzi, come vedremo e fatta salva la loro indubitabile buona fede, potrebbe svolgere un “compito” del tutto coerente e funzionale alle agende stesse, anche se non direttamente voluto.
Perché dico questo, su quali basi poggio tale affermazione?
Per capire cosa intendo, iniziamo a porre l’attenzione su alcune affermazioni contenute nel video, che mi pare aiutino a comprendere il vicolo cieco della spiritualità dei nostri tempi, cieco perché sostanzialmente superficiale e materialista.
- L’Io scientificamente non esiste (detto da un esperto di fisica quantistica che si occupa anche di spiritualità).
- L’Io/ego ci impedirebbe di trovare la pace.
- Il risveglio non sarebbe dell’Io, ma “dall’Io”.
- La vera coscienza sarebbe quella di capire che siamo immersi in un miracolo senza definizione (che sarebbe la natura e la realtà, l’Uno di cui saremmo parte).
- Il risveglio passerebbe dal superamento di qualsiasi identificazione.
Cerchiamo di rispondere ad ogni punto.
- Al di là dell’affermazione “incauta” e profondamente scientista, non so come si consideri l’esperto di quantistica, forse crede di essere solo un corpo, quindi non diverso da tutto il creato in cui, secondo la fisica, materia, energia, spazio e tempo si compenetrano fra loro? Oppure fa riferimento alle neuroscienze che non sono riuscite a trovare un centro della coscienza, distribuendolo così in tutto il corpo o addirittura nella natura? Sono questi alcuni parametri della “spiritualità” che va per la maggiore, in cui la nostra individualità sarebbe una “divisione” impropria dell’ “essere totale”, di quel “Tutto” di cui faremmo parte: la concezione “monistica” oggi mainstream non pensa più che l’uomo sia fondamentalmente un essere spirituale distinto da tutto ciò che esiste, ancorché connesso ad esso, come invece cerco di argomentare in questa serie di scritti che potete vedere in fondo, in ordine di pubblicazione. Credo che noi siamo ben altra cosa dall’universo fisico che abbiamo creato e in cui pensiamo di essere “localizzati”, proprio perché in quanto esseri spirituali siamo in effetti la dimensione creatrice delle dimensioni, anche se abbiamo deciso di non ricordarcene immergendoci in questa realtà e in questi corpi.
- L’affermazione può avere senso nel momento in cui parliamo di persone che non riescono a farsi un’idea coerente ed etica della propria spiritualità e della conseguente responsabilità verso gli altri, la vita e tutto il resto, certo non se è intesa ad annullare l’essere nel “Tutto”, insieme quindi alla materia, proprio come “predica” questa spiritualità senza trascendenza.
- Anche qui credo sia necessaria una profonda consapevolezza, per non incorrere in un fatale fraintendimento relativo alla dimensione interessata, al tempo e agli obiettivi: nella dimensione “ultima”, spirituale e creatrice delle altre dimensioni, la dimensione prima e originaria di cui siamo comunque e sempre “parte” che altri chiamano Dio e alla quale si attribuiscono le caratteristiche di infinito e assoluto, è del tutto probabile che il concetto di “Io” non conti, che gli esseri spirituali che siamo abbiano una connessione difficile da comprendere in questa dimensione, se non in modo intellettuale, ovviamente parziale. È questa la ragione per cui affermo di non condividere una definizione/personificazione del concetto di Dio, pur rispettandone le teologie e le tradizioni relative, che hanno comunque dei sensi da insegnare. Detto ciò abbiamo un altro problema, dato che consideriamo di essere nella dimensione materiale: penso che per raggiungere una vera consapevolezza, un vero “risveglio”, non si debba negare l’Io, ma ognuno di noi ne debba ricostruire l’essenza e le vicende personali che hanno “ricoperto” tale essenza, solo allora si potrà considerare il “risveglio”, solo dopo aver abbattuto le barriere del tempo, che nasconde, ma non cancella. Ecco perché dobbiamo conoscere assai meglio l’io che siamo passando dalla mente, per superare la mente stessa e tornare al vero “Io”, il vero “Sé”, che è spirito, e da lì comprendere di nuovo che ciò che eravamo siamo ancora.
- Sul fatto che la creazione sia un miracolo sono completamente d’accordo, perché solo con un atto che in questa dimensione chiamiamo miracoloso, invece normale per la dimensione spirituale, divina e creatrice, si può creare dal nulla un sistema complesso come l’universo in cui viviamo. Sul fatto che sia senza definizione sarei meno d’accordo, anche se ne comprendo il senso visto che parliamo della creazione di un creatore assoluto: nel momento che la dimensione divina crea qualcosa, la creazione diventa la dimensione stessa della sua esistenza, una dimensione “quantitativa”, quindi misurabile e descrivibile, al contrario della dimensione creatrice che è “indicibile”, non misurabile, solo pensabile.
- Qui vale in sostanza lo stesso discorso del punto 3: solo dopo essere arrivati alla vera comprensione della nostra natura spirituale possiamo permetterci di non identificarci con qualcosa, perché avremo riottenuto il nostro potere di scelta e l’identificazione tornerebbe ad essere quel “gioco” che probabilmente era all’inizio, prima che lo prendessimo troppo sul serio. Negare alcune identità ora, può diventare il cavallo di Troia delle agende globali di controllo, che stanno riscrivendo l’uomo, con il miraggio di una “liberazione” che diventa la somma schiavitù del pensiero, che non potrà più pensare di ritrovare la sua origine spirituale.
Nel video ci sono comunque cose relativamente apprezzabili, ad esempio condivido la risposta di un informatico e autore che si occupa anche di spiritualità, alla domanda riguardante a cosa pensa la scienza sulla localizzazione dell’Io: inizia dicendo che un “razionalista” potrebbe rispondere che si trova nel cervello, mentre lui, al contrario, pensa che se la nostra identità è la nostra anima, esiste indipendentemente da tempo e spazio, affermando la sua convinzione di continuare ad esistere anche dopo la morte del corpo.
Il senso del suo ragionamento è del tutto condivisibile, anche se non completamente libero da problematiche di ordine concettuale: noi siamo certamente “persone” formate da un corpo, una mente e uno spirito, o anima, ma il fatto che anche lui dica che la nostra identità sarebbe la “nostra” anima, riduce l’anima a una cosa che avremmo, ma che rappresenterebbe la nostra identità, mentre penso sarebbe più corretto dire “tu sei un’anima”, o uno spirito, che possiede un corpo e una mente.
Forse per noi occidentali questo deriva dal retaggio cattolico, che mette anima e corpo sullo stesso piano, in un modo che a mio parere diventa addirittura “anti-religioso”: come ho già detto altre volte, se pensiamo che l’anima, cioè la nostra essenza, sia creata da un Dio come qualsiasi altra creazione di materia, energia, spazio e tempo, riduciamo la nostra consapevolezza a livello della materia, considerandoci sostanzialmente materiali diventiamo “materialisti”, non spirituali, non religiosi.
Sempre rispondendo alla stessa domanda, una psichiatra-psicoterapeuta spiega correttamente come alcuni neuroscienziati abbiano finalmente capito che la coscienza non può essere localizzata in un’area, tantomeno nel cervello.
Questo è corretto, ma subito dopo affermerebbe che la coscienza sarebbe in sostanza informazione, portando l’esempio degli impulsi elettrici catturati dai nostri occhi e tradotti in immagini dalla nostra corteccia cerebrale in base a delle forme, aggiungendo che si potrebbe così tornare alle forme platoniche, preesistenti, preordinate. L’Io sarebbe quindi ovunque, in noi e fuori di noi, in un processo continuo di informazione.
Anche qui si evita l’ente pensante, quasi “spalmandolo” in tutta la realtà, dato che ci si concentra sulla materia e l’energia che intercettiamo con i sensi senza dire nulla sull’ente che “processa” le informazioni, giusto per rimanere sulla terminologia.
Come dicevo all’inizio sulle buone intenzioni del video, comunque un ottimo esempio del tipo di “spiritualità” dei nostri tempi, il senso di pace interiore e di armonia con il tutto è certamente condivisibile e auspicabile, ma in mancanza di una chiara distinzione fra spirito e materia si finisce per sponsorizzare lo stesso “monismo” che ho recentemente criticato in un lavoro su Il Tao della fisica di Capra, un’opera del 1975 che mi pare fondamentale per l’influenza sulla moderna “spiritualità”.
La mancanza di trascendenza, la perdita dello spirito che siamo, la confusione del nostro essere con la realtà e l’informazione sono la cornice ideale per la dissoluzione transumana che stiamo velocemente costruendo.
È questo il vero “peccato”, cui non può rimediare una “pace interiore” che non riconosce le gabbie per lo spirito, scambiate per la sua casa.
(AI free)
16 dicembre 2024
fonte immagine: istruzioni a Microsoft Bing
Di seguito i precedenti 12 articoli della serie, in ordine di pubblicazione:
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2015/03/09/la-spiritualita-confonde-la-sua-anima-se-pensa-di-affidarsi-alla-fisica-quantistica/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2015/04/20/la-spiritualita-e-una-cosa-seria/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/02/12/filosofia-e-verita/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/04/19/scopriamo-la-liberta-dello-spirito-puo-salvarci-dalla-tecno-distopia/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/05/10/la-materia-non-puo-essere-un-assoluto-e-il-suo-culto-e-gabbia-dello-spirito/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/07/05/credere-nellunica-dimensione-porta-al-tecno-totalitarismo/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/08/22/la-questione-della-realta-e-fondamentale-per-capire-il-nostro-essere/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/09/20/le-deduzioni-possibili-dallessere-spirituale-e-dalla-creazione-chiamata-realta/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/09/25/le-divisioni-di-ordine-spirituale-favoriscono-la-tecno-distopia-di-controllo-del-pensiero/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/10/23/rinnoviamo-la-considerazione-dello-spirito-e-dellesistenza/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/11/22/il-tao-della-fisica-la-trappola-di-tempo-e-materia-introduzione/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/11/23/tempo-il-comando-che-tiene-in-piedi-luniverso-e-i-nostri-problemi/