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SALVIAMO LA SCUOLA E LA NOSTRA CIVILTÀ

massimo franceschini blog

Da queste citazioni tratte da un mio libro capiamo come occorra liberare la scuola dalla nefasta influenza psichiatrica.

 

Di Massimo Franceschini

 

La condizione in cui si trova una società è determinata da molti fattori, uno dei principali è la scuola.

Con la scuola abbiamo il primo vero impatto “istituzionale” con la comunità e in essa assimiliamo, oltre all’istruzione che dovrebbe darci le basi culturali e di competenza tecnica, le regole di convivenza civile.

Purtroppo la scuola è soggetta ad interessi che con il bene dello studente, futuro cittadino “consapevole”, non hanno niente a che vedere.

La politica ne pretende una continua riforma, a volte per distruggere quanto fatto dalla fazione avversa, ma comunque sempe più indirizzata all’esecuzione di agende globali antidemocratiche. Inoltre ci si azzuffa per la diatriba scuola pubblica/privata, per aspetti logistici-organizzativi-economici-contrattuali, certo importanti, tacendo però su tutto ciò che riguarda programmi scolastici e metodo di istruzione, insomma sugli aspetti più propriamente tecnici relativi all’insegnamento, sottoposto alle “cure” di varie lobby e “caste”.

Queste influenze di ordine tecnico e ideologico hanno radici lontane, ma al giorno d’oggi sono giunte ad assumere aspetti inquietanti anche per la salute psico-fisica dei ragazzi, sulla cui pelle si stanno giocando strane partite che non hanno niente a che vedere con ciò che la scuola dovrebbe essere.

In primis, la scuola sconta la storica “vittoria” riportata nell’era moderna dal tecnicismo scientista e materialista, che ha di fatto relegato sempre più in secondo piano gli studi umanistici.

Ciò ha causato un impoverimento della sostanza culturale delle persone e privilegiato una forma mentis più “tecnica”, ma forse più povera di valori.

La sconfitta dell’analfabetismo è una chimera sovrastimata e apparente, mentre il cosiddetto “analfabetismo funzionale” è una delle clamorose evidenze che c’è qualcosa che non va nella linea di trasmissione dei dati.

L’influenza ideologica e “politica” nei programmi e nella didattica delle “scienze” con il prefisso “psico” – “scienze” che alla luce dei fatti non hanno mai dimostrato di aver raggiunto risultati certi, prevedibili e auspicabili quali una SCIENZA dovrebbe avere –, ha innanzitutto apportato una nuova filosofia che ha preteso di delegittimare le fondamenta “morali” del passato, con un “furore” ideologico materialista, scientista e determinista.

Si è preteso di riformare i parametri di giudizio e comportamento sottoponendo il “libero arbitrio” ad eccessi interpretativi di segno opposto, causando un relativismo di fondo, un “lassismo valoriale”, indulgenze e giustificazioni per atteggiamenti disgregativi del vivere civile. 

Altro effetto devastante di queste influenze culturali è l’inquietante fenomeno “epidemico” dei cosiddetti “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”: l’abbandono del metodo alfabetico-fonetico per privilegiare altri metodi sviluppati per risolvere problematiche di soggetti specifici, sta causando le cosiddette “dislessie”, “discalculie” e tutte le “dis-qualcosa” che tanto piacciono a quei “classificatori” che cercano di sopperire la mancanza di “scienza” con vuoti neologismi etichettanti.

Invece di aiutare a comprendere il problema lo incanalano in uno sterile e vuoto tunnel in cui la “soluzione” non è mai la più “ovvia”.

La nefasta influenza di queste “scienze” arriva all’aberrazione della cosiddetta “sindrome da deficit di attenzione ed iperattività”, ADHD.

Anche se scientificamente delegittimata dal suo stesso “scopritore”, purtroppo tardivamente, serve ancora ai moderni “gatto e la volpe”, ora psichiatria e industria farmaceutica, per pretendere di curare con il metilfenidato (Ritalin) un indimostrato e indimostrabile “squilibrio biochimico del cervello”: un “fenomeno” di assai dubbia realtà biologica e scientifica messo in dubbio da sempre più parti, ma usato dalla psichiatria per etichettare milioni di persone e sottoporle alle “amorevoli” cure di Big Pharma vita natural durante.

Dato che l’argomento è serissimo riporto estratti del mio libro, Il Tradimento dello Spirito e dell’Amore, in cui mi avvalgo di ricerche e pareri ben più autorevoli di quelli del sottoscritto.

Quanto segue è vitale per comprendere le dimensioni e la natura dei problemi sin qui esposti e per iniziare a pensare come risolvere la vera crisi della scuola e dell’istruzione.

Iniziamo con il mostrare la vera natura e gli scopi della psichiatria:

«1940: John Rawling Rees, psichiatra britannico e co-fondatore della Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH), descrisse le mete degli psichiatri: “Dobbiamo puntare a far sì che (la psichiatria) permei ogni attività educativa nella vita della nostra nazione […] abbiamo condotto un attacco molto proficuo nei confronti di un certo numero di professioni. Le più facili da attaccare, ovviamente, sono l’istruzione e la Chiesa; le due più difficili sono la professione legale e quella medica. Se vogliamo infiltrarci nelle attività professionali e sociali delle altre persone […] penso che noi dobbiamo imitare i paesi totalitari e organizzare un qualche tipo di attività da quinta colonna!”» (Quinta colonna: persone che vivono in un Paese e che aiutano segretamente i suoi nemici con attività di sabotaggio e spionaggio. N.d.a). Comitato dei Cittadini per i Diritti dell’Uomo “CCDU”: Danneggiare i giovani, come la psichiatria può distruggere la mente, Milano, 2004

«G. Brock Chisholm, Psichiatra e co-fondatore della WFMH: “La reinterpretazione ed in ultimo lo sradicamento del concetto del bene e del male, che ha formato la base della pedagogia, nonché la sostituzione della fede con il pensiero intellettuale e razionale […] sono gli obiettivi tardivi di praticamente tutte le riforme efficaci di psicoterapia». CCDU: La psichiatria distrugge la religione, Milano, 1997.

«La famiglia è oggi uno dei principali ostacoli al miglioramento della salute mentale e dovrebbe pertanto essere indebolita, se possibile, per liberare le persone e specialmente i bambini dalla coercizione che caratterizza la vita familiare». Congresso internazionale sulla salute mentale, Londra, 1948. CCDU: idem.

«La condotta etica dipende dal senso di responsabilità del singolo psichiatra […] è il suo giudizio a stabilire quale sia la condotta corretta e appropriata». Dichiarazione di Madrid, codice etico della Associazione Psichiatrica mondiale, 1996. CCDU: Psichiatria, il danno camuffato come tutela sanitaria, Milano, 2002.

«Ci siamo bevuti ogni genere di velenosa certezza che ci è stata propinata dai nostri genitori, dai catechisti e dai maestri di scuola […] e da chiunque altro avesse un interesse privato nell’esercitare controllo su di noi […] se la specie umana deve essere liberata da quel fardello invalidante rappresentato dal concetto di bene e male, allora devono essere gli psichiatri a prendersene la responsabilità originaria». Sempre lui, CCDU: Danneggiare i giovani, come la psichiatria può distruggere la mente, Milano, 2004.

Ora veniamo alle osservazioni e raccomandazioni da parte di alcuni professionisti del settore che mettono in guardia da queste pericolose derive.

«Man mano che i sociologi e gli educatori degli anni ’60 applicavano le teorie psicologiche alle scuole, l’istruzione andò declinando. I risultati sono stati disastrosi. […] Man mano che si va avanti, sempre più scienziati credono che questa autostima esagerata possa veramente essere una delle cause della violenza nelle scuole pubbliche e altrove». Diane Alden, analista ricercatrice. CCDU: idem.

«Non vengono forniti modelli di buon comportamento, non viene data alcuna ragione per cui un ragazzo o una ragazza dovrebbero essere buoni in primo luogo […] Finiscono per avere l’impressione che anche i valori fondamentali sono argomento di discussione». William Kilpatrick, autore di Why Johnny can’t tell right from wrong. CCDU: idem.

«Molta gente oggi è consapevole che spesso l’istruzione non si occupa veramente di apprendimento, di cognizioni fondamentali o di competenze. Ciò che invece viene meno compreso è che, in questo paese e in tutto il mondo industrializzato, esiste quello che si può chiamare un “cartello dell’analfabetismo”, che afferma di voler “migliorare la salute mentale”. Questo cartello prende potere da chi ha alte possibilità di trarre benefici finanziari e politici dall’ignoranza e dalla negligenza nel campo dell’istruzione; dalla frustrazione, dal crimine, dalla disoccupazione, e dal caos sociale che viene prodotto da un cattivo sistema educativo». B. K. Eakman: Cloning of the american mind, eradicating morality through education. Huntington House Publishers, Louisiana, 1998, p. 16.

«Se l’attuale tendenza continua, presto ci sarà poca differenza tra una scuola e una clinica per malattie mentali. […] Se consideriamo le sfide della vita come un’espe-rienza cui i bambini non possono far fronte, i ragazzi raccoglieranno il messaggio e le considereranno con terrore. Tuttavia, se la finiamo di giocare a fare il dottore e il paziente e aiutiamo invece i bambini a sviluppare la loro forza attraverso l’inse-gnamento creativo, allora i piccoli inizieranno a tener testa alle situazioni. […] Proteggere i bambini dalla pressione e dalle nuove esperienze rappresenta una mancanza di fiducia nel loro potenziale di sviluppo attraverso nuove sfide». Frank Furedi, docente di pedagogia: Leader – As concern is raised over formal lessons for five years old; even our youngest pupils can cope with a challenge. The Express, 20 maggio 2004.

«La frequenza con cui i “disturbi dell’apprendimento” e “l’ADHD” sono diagnosticati nelle scuole è proporzionale alla presenza e all’influenza nella scuola di esaminatori e terapisti del comportamento mente/cervello». Dr. Fred A. Baughman, neuropediatra. Perchenonaccada: Perché non accada anche in Italia…, p. 22, maggio 2006.

«Lo scopo finale è avere una popolazione scolastica interamente sotto controllo (tramite test) e cura psichiatrica. Se non ci riusciranno con l’ADHD, potete stare certi che cercheranno di farlo “usando” la depressione o qualche altro soggetto più “accettabile” nel pensiero comune». Dr R. Cestari: La questione ADHD e il medio evo, intervento al convegno Enfants en danger, 22 giugno 2005, Maison des Art set Métiers, Parigi.

«L’industria farmaceutica gioca evidentemente un ruolo: fa tutto quel che può per estendere la definizione di disturbo mentale. Così stati che si consideravano normali ancora pochi anni fa tendono a essere definiti come anormali oggi al fine di giustificare una prescrizione più ampia di medicinali. Per farci paura ci dicono che bisogna curare un disturbo mentale già dai primi segni, anche se non sono gravi, secondo l’argomento che ciò eviterà un peggioramento. Però non c’è alcuna prova che tale ragionamento – vero per certi disturbi organici, ma neppure tutti – valga in psichiatria o in psicologia. Anzi, alcuni sostengono proprio il contrario». Philippe Pignarre, L’industria della depressione, Bollati Boringhieri, 2010.

«Sull’onda crescente delle polemiche iniziata già all’apparire delle prime bozze per l’ultima versione del nuovo DSM, il curatore della precedente edizione, Allen Frances ammise candidamente che: “Questa medicalizzazione all’ingrosso di problemi normali potrebbe portare all’erroneo etichettamento di disturbo mentale per decine di milioni di passanti innocenti. […] involontariamente abbiamo contribuito a tre false epidemie: il disordine da deficit di attenzione, l’autismo e il disordine bipolare nei bambini. Adesso possiamo dire che la nostra rete aveva maglie troppo larghe e ha catturato tanti pazienti che sarebbero stati molto meglio se non fossero mai entrati nel sistema sanitario mentale». La presa della pastiglia di Riccardo Staglianò, Il Venerdì de La Repubblica, 9 aprile 2010, p. 16-19.

«L’uso di farmaci come il Ritalin (metilfenidato, classificato da sempre fra le anfetamine e permesso da qualche anno anche in Italia, n.d.a.), sta facendo correre “rischi tremendi” a un’intera generazione di ragazzi. Il farmaco è prescritto, per “controllare il comportamento in breve tempo” e non per ridurre un identificabile rischio per la salute del bambino. Nella nostra società non si era mai verificato un controllo chimico del comportamento umano di così vasta scala al di fuori degli ospedali e dei manicomi». Intervista a Thomas Moore, autore di Prescriptions for disaster, 1997 e Jeanie Russell: The pill that teachers push, Good House-keeping, dicembre 1997.

«Credevo di aver visto il volto peggiore della psichiatria nella sua fissazione con pratiche barbare, tipo la cura con l’elettroshock. Ma mi sbagliavo. Niente regge il confronto con i maltrattamenti mentali e fisici perpetrati, ai nostri giorni, in modo infido e nascosto, ai danni di bambini innocenti attraverso la somministrazione di psicofarmaci e di corsi di studio basati sulla psicologia. I genitori hanno il diritto, la responsabilità e tutto il potere di cui necessitano per capovolgere questa ripugnante situazione. E devono farlo, perché a chi altri devono rivolgersi i nostri bambini?» Michael Chavin, medico, 1998. CCDU: Psichiatri, come tradire e drogare i bambini, Milano, 1998. 

«Questi farmaci rendono i bambini più docili, non necessariamente migliori. L’ADHD è un fenomeno, non un “disturbo cerebrale”. Dal momento che la diagnosi dell’ADHD è fraudolenta, non ha alcuna importanza se un farmaco funzioni o meno. I bambini vengono spinti a prendere un farmaco che è più forte della cocaina per un disturbo che ancora deve essere dimostrato». Beverly Eakman, scrittore, presidente del Consorzio didattico nazionale, 2001. CCDU: Psichiatria, in che modo rende il mondo schiavo della droga, Milano, 2001.

«Tutti i bambini mostrano naturalmente un comportamento simile all’ADHD. Osservate dei bambini subito prima della ricreazione o a bordo di un autobus che porta ad una bella gita o che pregustano una festa di compleanno. Solamente legandoli si riuscirebbe a farli stare fermi. I bambini sani hanno vivacità: un gusto per la vita che si manifesta come curiosità, eccitazione, entusiasmo, animazione, vigore e immaginazione». Ty C. Colbert, Ph. D. psicologo clinico, scrittore di Lo stupro dell’anima. CCDU: idem.

«L’odierna polemica sull’ADHD ha preso il via negli U.SA. Chi rifiutava di “far curare” i propri figli, poteva essere accusato di carenza di assistenza medica (negligenza) e i figli potevano essergli sottratti. Negli USA vi sono stati moltissimi casi legali di questo tipo, uno ha riguardato persino il fratello del presidente degli USA, che si è rifiutato di far “curare” suo figlio». Bush’s bro: my son was a victim of school rx-readin’, “ritin” & Ritalin, New York Post, 14 agosto 2002.

«Nel maggio del 2003, il parlamento USA ha approvato una legge, dopo innumerevoli altre leggi di stampo nazionale, con 425 voti favorevoli e uno contrario, che attribuisce ai genitori di bambini etichettati come affetti da ADHD, il diritto di non accettare eventuali terapie o trattamenti che essi non condividono». Elisabeth Wolfe: House oks ban on forcing kid’s medication, Associated Press, 26 maggio 2003.

«Le famiglie, le scuole, gli insegnanti, i medici e i terapisti hanno bisogno di più assistenza e informazioni al fine di riorientare le loro preoccupazioni e aspettative nei confronti dei loro bambini o scolari, nella certezza che fargli ingoiare una pillola al giorno, ben lungi dall’aiutare a superare problemi di disattenzione e iperattività, significa ingabbiare lo sviluppo del bambino in uno spazio nero di immediata soppressione del sintomo, con conseguenze tremende, che possono arrivare persino ad un celato incitamento alla tossicodipendenza». Norberto I. Liwski, Vice-President Children’s Right Committee United Nations: Child abuse in Europe and beyond – how can we protect children’s rights in the world today? Brussels, 22 novembre 2005.

«“Perché non accada” si batte per informare i genitori italiani sulla questione Adhd e per l’approvazione di una legge (ora in discussione alla Camera) che vieti l’introduzione nelle scuole di test per effettuare screening di massa e introdurre il consenso informato prima della prescrizione ai bambini di farmaci dalle controindicazioni pericolose come il Ritalin. […] Un’opera di sensibilizzazione che ha contribuito a far calare del 30 per cento in tre anni le prescrizioni di psicofarmaci ai bambini». Giulia Ziino, Gli incontri a casa di Elisabetta Armiato, Corriere della Sera, p. 37, 18 aprile 2010.

È ora che una nuova politica ispirata ai diritti umani inizi seriamente a prendere atto di ciò che sta avvenendo nelle scuole di mezzo mondo, per mettere in discussione soggetti e prassi che stanno minando la capacità di apprendere, la salute, la dignità, la socialità e la responsabilità dei nostri ragazzi.

Ne va del futuro del Paese e della nostra cultura.

 

20 marzo 2016
fonte immagine: Françoise Foliot
questo il libro da cui ho tratto le citazioni: https://www.ibs.it/tradimento-dello-spirito-dell-amore-libro-massimo-franceschini/e/9788892638686?inventoryId=60178546

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