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OLIMPIADI PROGRESSISTE: UN CAZZOTTO ALLA VERITÀ

massimo franceschini blog

Un’ideologia “paritarista-inclusivista” uccide lo sport e distorce la realtà, aprendo tendenzialmente al transumanesimo.

Di Massimo Franceschini

 

Pubblicato anche su Attivismo.info, Sfero, Ovidio Network

 

Il caso pugilistico delle pessime Olimpiadi “progressiste” francesi, iniziate con la provocatoria “grandeur” inaugurale da civiltà decadente, rappresenta la summa della confusione portata da un’ideologia di presunta parità fra enti che pari non possono essere: i due sessi umani.

Dal canto loro, questo sì in perfetta e decadente parità, spesso i due sessi non lesinano strilli e pugni in aria ad ogni gesto vincente, come una schermitrice che non la finiva più di urlare dentro al palais; sono sprechi di energie evidentemente ininfluenti sul risultato finale, dove non è per niente scontato che vinca il più forte strillatore anche se ebbro delle momentanee urla di “liberazione” da una pressione che dovrebbe saper reggere visto che è lì… ma tant’è, è uno degli sguaiati segni dei tempi.

Ma torniamo a noi: la complessa e totale confusione ideologica è “fantasticamente” riassunta dal pezzo dell’ineffabile Gramellini sul Corriere del 2 agosto, con il titolo provocatorio La donna di Babele, che riporto necessariamente per intero.

In estrema e brutale sintesi, la boxeur algerina Imane Khelif è una donna per i globalisti del Cio e un uomo per i sovranisti dell’Iba, il governo mondiale del pugilato presieduto da un oligarca di Putin e finanziato dai rubli di Gazprom. I massimi esperti in materia, come la scienziata Silvia Camporesi intervistata dal Corriere, danno ragione al Cio e spiegano che Khelif è una donna che produce alti livelli di testosterone, non un transgender. È appena il caso di aggiungere che difficilmente un transgender avrebbe potuto diventare eroe nazionale in Algeria, dove persino l’omosessualità è perseguita come reato. Il tema resta complicatissimo, ma il vero punto sconvolgente di questa storia, come di tante altre del nostro tempo, è che non esistono più regole condivise né autorità riconosciute. Forse anche mio nonno avrebbe pensato che Imane Khelif non fosse una donna, ma mai avrebbe osato mettere in dubbio la competenza e la buona fede di chi, da un pulpito istituzionale, gli avesse garantito che lo era. Ogni comunità si regge(va) su un tacito patto di fiducia. Se invece oggi chiunque si sente autorizzato a discutere di testosterone con gli scienziati di mezzo mondo e a vedere complotti ovunque, contestando le regole e trasformando in un mostro chi – come Imane Khelif – si limita a rispettarle, significa che stiamo scalando a grandi passi i gradini di una nuova torre di Babele. Dove, a furia di gridare tutti, alla fine non ascolteremo più nessuno.

Beh che dire, mi pare che il “buon” Gramellini ce la metta tutta con la sua “estrema e brutale sintesi”, per scalare una bella quantità di quei confusi gradini dal suo privilegiato pulpito mediatico.

In effetti avevo letto il pezzo della Camporesi cui fa riferimento, oltre a vari altri contenuti su diversi media: la scienziata parla di tante cose, ma guarda un po’, non di “cromosomi”!

Certo al Gramellini non interessa ciò che dice su La Verità Mariano Bizzarri, professore di patologia clinica all’Università La Sapienza, che si dice indignato e trasecolato dopo aver letto varie sciocchezze sul caso e ciò che dice la Camporesi.

[…] «Se taglio i testicoli, come si faceva una volta in caso di tumore alla prostata, non è che il giorno dopo un uomo diventi una donna. Rimane quello che è, con i suoi muscoli». Il pugile algerino […] «è un maschio e lo dicono i cromosomi […] E nel caso del pugile algerino non si possono inventare collegamenti a sindromi di cui soffrirebbe pur di farlo passare donna […] «quello che il testosterone ha fatto nei periodi di sviluppo del corpo, con un’azione biologica su tutti i tessuti ed essenziale anche per conformare le reti neurali, non si cambia: è conforme a quello del sesso di appartenenza».

Ma l’evidenza biologica evidentemente non basta: pur ammettendo che l’atleta algerino ha cromosomi maschili, altri pari della Camporesi affermano che sarebbe comunque una donna e sempre sul Corriere, lo stesso giorno, Marco Bonarrigo cerca di fare un po’ la storia partendo dal vecchio caso Caster Semenya, affermando:

[…] La scienza ha poche certezze. La più solida arriva da un dinamometro applicato ai guantoni utilizzato in alcune ricerche scientifiche. E che ci dice che un pugno ben assestato di un peso medio uomo arriva al volto con la forza di circa 2600 Newton alla velocità di circa 47 km/h mentre quello di una donna della stessa categoria non supera i 1600 Newton e i 40 km/h: una differenza sostanziale. Dei Newton dei pugni di Khelif […] sappiamo poco. E quindi dobbiamo fidarci del Cio che spiega, tramite il suo portavoce Mark Adams che «nessun atleta che dovesse mostrare vantaggi non equi nei confronti delle avversarie verrebbe ammessa a gareggiare contro una donna».

Quindi, al di là di tutte le considerazioni di ordine “scientifico”, evidentemente soggette  al “paritarismo para-sessuale” senza sé e senza ma, mi pare che un ambito prestazionale come lo sport debba al contrario rendere ben chiare le sue categorie per avere una certa parità fra i concorrenti e se eliminiamo i cromosomi dalla valutazione del sesso, quei cromosomi che hanno costruito la struttura e la forza di quel corpo abbiamo poco da discutere: siamo in mano all’ideologia, al politicamente corretto incurante della realtà.

Ecco allora come sembra comodo al Gramellini perorare la causa “autoritaria” cui dovremmo tutti diligentemente, responsabilmente e civilmente attenerci, anche se suo nonno, più saggiamente, “avrebbe pensato che Imane Khelif non fosse una donna”… fortuna per lui chemai avrebbe osato mettere in dubbio la competenza e la buona fede di chi, da un pulpito istituzionale, gli avesse garantito che lo era”, a non sporcare con un marchio infame da oppositore la discendenza del giornalista.

Ma se tutto va bene, se la scienza conforterebbe un’interpretazione univoca e indubitabile sul sesso dell’algerino, se il giornalista mette tanta carne al fuoco che secondo lui dimostrerebbe la correttezza del pensiero unico dominante progressista, come mai afferma al contempo che “Il tema resta complicatissimo”?

Forse perché è appunto impossibile rimuovere la questione cromosomi?

Da quando la “scienza” dei “pulpiti istituzionali” ha stabilito che i corpi umani non si formino più nelle caratteristiche essenziali e strutturali secondo quanto stabilito dal patrimonio genetico?

Da quando l’azione più o meno sbilanciata degli ormoni o eventuali malformazioni o diverse rarissime “altre-formazioni” dell’apparato sessuale modificherebbero la sostanza strutturale del corpo, quella che conta negli sport dove la componente prestazionale di forza è determinante?

Da quando il “globalismo” del Cio è sicuramente preferibile ai “sovranisti dell’Iba, il governo mondiale del pugilato presieduto da un oligarca di Putin e finanziato dai rubli di Gazprom”?

Perché il Gramellini non ci racconta che Gazprom è posseduta anche da banche e fondi speculativi Occidentali e che il suo prossimo presidente sarà con tutta probabilità l’ex segretario uscente della NATO?

Se i suoi sono argomenti così scientifici e autorevoli, il Gramellini dovrebbe allora spiegare perché “oligarchi” sono solo i russi, mentre i miliardari delle corporazioni Occidentali sarebbero filantropi, come sono spesso insigniti dal giornalismo mainstream occidentale che il giornalista ben rappresenta!

Perché non ci ricorda come dal 2020 i signori filantropi ci hanno così ben “curato”, oppure come negli ultimi decenni si sono spesi per finanziare colpi di Stato, “rivoluzioni colorate” e immigrazioni di massa, anche in combutta con gli “stati profondi”!

Perché non ci spiega come tali assi della filantropia si stanno assicurando tutta l’economia della piccola-media impresa dell’Occidente, non più difesa dalla politica loro complice?

Il Gramellini parla di Babele, denuncia “che non esistono più regole condivise né autorità riconosciute”, ma se non spiega come e perché si stanno demolendo tali regole la sua domanda resta oziosamente ipocrita, buona per quei lettori che da decenni non sanno più della possibilità di pensiero critico.

Certo, il “competentismo” della nostra epoca poggia le basi sulla distruzione della scuola pubblica, ridotta ad immettere test e protocolli in grado di annullare il senso critico e la capacità di pensare con la propria testa, quindi il cerchio si chiude, gente schierata con il pensiero unico dominante come il Gramellini riesce a dire ciò che dice sul maggior giornale italiano.

Credo che la verità su tutta la questione della decadenza Occidentale sia “semplicemente”, come sempre e per quanto complessa, una questione di POTERE, anche a livello geopolitico: sono le direttrici del potere a governare le nostre vite, e la “società scientista e tecnicista” globale ci spinge ad abbracciare ideologie di presunta parità, mal indirizzata, in modo da nascondere, di fatto, disparità politiche, economiche, civili, sociali e militari, queste sempre più aiutate da un’IA a cui finiremo per devolvere la sopravvivenza dei più “forti”.

In Occidente tale politica pretende di poggiarsi sui diritti umani, evidentemente mai letti e mai presi in considerazione in modo da compenetrarli fra loro, mentre all’Oriente le contraddizioni occidentali fanno assai comodo per proporsi come nuovo player globale più equilibrato e positivo.

Credo che il problema sia solo uno, che spiegherà anche come alla fine le élite dell’Oriente e dell’Occidente troveranno il modo di convivere sulle nostre morenti democrazie: visto che la “scienza” e la tecnica politicizzate e rese sistema saranno sempre più le giustificazioni su cui si poggerà la tecnocrazia di controllo globale in formazione, sarà assai difficile riprendere le fila culturali e politiche per evitare che l’uomo “transumi” la sua dignità nel definitivo “progresso” verso la schiavitù definitiva del pensiero.

Non avremo più neanche possibilità di rimpianto, tanti i cazzotti tecnocratici che prendiamo da decenni credendoli inevitabili ci avranno spiritualmente obnubilati.

(AI free)

 

3 agosto 2024
fonte immagine: Il Diario del Lavoro, Wikimedia Commons

qui alcuni articoli per approfondire le complesse questioni bioetiche inerenti:
https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/05/20/bioetica-giu-le-mani-dalla-mente-dei-bambini/

https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/01/18/ideologia-gender-come-utilizzare-lambito-mentale-per-avviarci-alla-distopia-transumana/

https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/12/16/queer-quando-la-stravaganza-si-fa-concentrica-al-potere/

https://www.massimofranceschiniblog.it/2023/04/02/psico-scienze-e-arcobaleno-gender-come-piattaforme-alla-distopia-di-controllo/

https://www.massimofranceschiniblog.it/2021/11/26/uomo-vs-tecnica/https://www.massimofranceschiniblog.it/2018/04/06/diritti-umani-e-gender-comprensione-non-mistificazione/

4 commenti su “OLIMPIADI PROGRESSISTE: UN CAZZOTTO ALLA VERITÀ”

  1. Che tristezza questo Gramellini ridotto a lacchè dei potenti di turno!
    Che vergogna questa “scienza ” che si prostituisce in nome dell’ideologia e nega la biologia!
    Che strano mondo è questo dove si consulta la “scienza” per sapere se siamo uomini o donne ma nessuna scienza medica è intervenuta per impedire che giovani atleti si tuffassero e gareggiassero in un fiume raccoglitore di germi patogeni di ogni specie mentre, ancora , una non ben identificata “scienza” costringeva gli stessi atleti nelle scorse olimpiadi a indossare assurde mascherine. È meno rischioso per la salute fare il bagno in una fogna ?

  2. Questo quanto scrivo il 10 agosto sull’argomento:

    Il caso del/della pugile ha scatenato ovviamente una cagnara social mediatica da cui non se ne esce. Da parte mia ho sempre puntato verso una denuncia dell’ideologia gender-transumana che sta dietro tutto ciò, rivenduta con l’ineffabile termine “inclusività”, la vera questione di una “nuova” cultura tesa all’annullamento dell’essere a fini di controllo tecnocratico. Anche amici mi hanno fornito articoli “mainstream” dove si descrive una realtà apparentemente lineare: il/la pugile sarebbe nata donna, avrebbe sempre avuto documenti da donna e avrebbe combattuto come donna, avrebbe cromosomi da uomo, ma la genetica direbbe che si può essere donna anche così. Poi c’è la questione esclusione dell’IBA per vantaggi di ordine genetico-ormonale, sentenza che alla fine l’atleta ha accettato. Poi c’è la questione della conferenza dell’IBA dove si dicono cose assai interessanti. Questo è finora il video-analisi migliore che ho trovato, dove si capiscono molte cose, ma soprattutto una: il caso è stato sollevato dal CONI, senza la sua sollecitazione non si sarebbe mai parlato di tutto ciò! Vi sembra una novità che agenzie, parastato e apparati vari, con i media complici, siano sempre i primi araldi delle antidemocratiche agende globali, anche se tale azione può essere non immediatamente visibile? La realtà è sempre complessa, schierarsi con tutto ciò che non sia l’uomo e i suoi diritti umani rappresenta oggi una scelta insensata. Ps. Non conosco bene il tipo, ma mi sembra uno di quei tecnici che partecipò a un video assai interessante, in cui si cercava di dimostrare come in effetti la tecnologia presente all’epoca potrebbe aver permesso la missione sulla Luna; questo per dire che anche nell’area del cosiddetto dissenso non ci sia solo l’altra faccia della medaglia uguale e contraria al mainstream. Speriamo faccia gli altri video di approfondimento promessi. (AI free) https://youtu.be/vFQf2FsYXfk?si=8_jv4HDBDDuCfzfi (Intervento letto in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=HcfIG2MhrMo&t=11s)

  3. Altro contenuto sul tema condiviso l’11 agosto così:

    11 agosto 2024
    Riporto dal profilo Facebook di un amico psicologo. Finora mi sembra il contenuto più chiaro sulla questione “pugile”: «Vi chiedo di leggere queste riflessioni di Marco Manassero, viste dopo un mio brevissimo post su chi farfuglia sulla genetica. Il mio breve post era nato dal fatto di aver letto determinate cose. In sostanza, basta che uno dice certe cose e “tutti” gli altri le ripetono a pappagallo senza che ne sappiano e ne capiscano nulla ma con la convinzione che sia in quel modo. Qui i punti non sono tanto se Khelif sia uomo o donna (per me è uomo) né che ci distraggono con queste cose “futili” per non farci interessare di quelle importanti. Questa questione è di cruciale importanza – e non certo solo per la boxe e per altri sport e attività agonistiche – ma per tutte le implicazioni e conseguenze nefaste che già ci sono da tempo e che continuano a espandersi e a ingigantirsi in ogni dove. Il lavaggio del cervello e l’indottrinamento continuano e decine di milioni di persone (solo in Italia, ma nel mondo sono molte di più) sparano cavolate immani. Si sono già fatte fottere la mente e l’anima dai burattinai del gender e di altri obbrobri. A scanso di equivoci, è d’uopo precisare che per me come per tantissime altre persone, non si tratta di “puntare” l’indice sulle preferenze sessuali. Per altro, è da una vita che certe cose ci sono e non mi pare che ne siamo stati scandalizzati. Che ognuno/a vada con chi vuole. Ben altra cosa è cercare di imporre a tutti i costi l’innaturale. Vi lascio alle parole di Marco. “Occorre fare una precisazione di carattere scientifico (ma anche epistemologico) per stroncare sul nascere l’operazione che stanno portando avanti. Con l’autorevolezza di qualche genetista o endocrinologo stanno cercando di compiere un’operazione semantica per cui non è il cariotipo (XX per la femmina, XY per il maschio) a determinare il sesso. In realtà i fini dicitori che cercano di allungare il brodo per parare le malefatte del CIO, ma anche per portare avanti qualcosa di più profondo, sanno benissimo che è la genetica, con le sue condizioni fisiologiche (o patologiche) a determinare i due sessi biologici delle specie animali (ed anche eventuali malformazioni di essi). Dunque, il tentativo – che è più un’operazione sofistica che non una seria dichiarazione scientifica – sta nel contrapporre il fenotipo al genotipo, come se fosse una variabile indipendente da esso. Ciò è falso scientificamente e fattualmente. La genetica determina il fenotipo. Quindi i nostri fini dicitori stanno compiendo un lavoro che al massimo è di natura filosofica, non scientifica, nell’inventarsi categorie di sesso in cui è il fenotipo (soprattutto se patologico o in qualche modo aberrante) ad aver l’ultima parola. Oltretutto è scorretto anche sul piano filosofico, ma andiamo avanti. Esistono due sessi e questi sono determinati dal cariotipo, cioè dai cromosomi in particolare dalle due possibili varianti della coppia 23, nella specie umana. Ciò non può essere messo in discussione ed è il dato su cui si basano le nostre conoscenze in materia. Nessun genetista dirà mai il contrario. Poi esistono delle aberrazioni fenotipiche di vario tipo e varia classificazione, rarissime, che si manifestano in casi di ermafroditismo, di incompleta formazione dei genitali, o di incompleto o incoerente sviluppo dei caratteri sessuali secondari dell’uno e dell’altro sesso. Sono casi che possiamo chiamare di «disgenesia gonadica» (solitamente un incompleto sviluppo dei genitali durante la vita uterina) e hanno una causa anche qui genetica (es. un allele difettoso) oppure eventi incidentali o traumatici durante la gravidanza, che possano arrecare danni allo sviluppo fetale. Decidere che in questi casi sia il fenotipo a dire la verità (anche un fenotipo non chiaro come nell’ermafroditismo) e dire che è il genoma a sbagliarsi, è un’operazione concettualmente perversa, perché fatta in assoluta malafede. Non ha nulla di scientifico anzitutto, ma è una pura confusione nominalistica. Fa sembrare il tutto naturale e bello, negando, o meglio non dichiarando, la natura patologica dei processi sottostanti. Ma soprattutto è concettualmente scorretto perché nega il rapporto causale fra genotipo e fenotipo, rapporto in cui il genotipo (causa) è ontologicamente superiore al fenotipo (effetto). Quindi chi gioca con questi concetti usando la sua autorevolezza scientifica per intortare la gente e fare ingoiare la pillola, sta facendo un’operazione sofistica, sulla cui malafede credo siano perfettamente coscienti. Ad ultimo direi che queste considerazioni che fanno non appartengono logicamente al campo della scienza, ma a quello più che altro filosofico: di filosofia della biologia. E tuttavia sono sbagliate anche filosoficamente. Partire dall’eccezione per invalidare la norma, è una tipica operazione decostruzionista. Sarebbe come dire, osservando che esistono aberrazioni naturali e malformazioni congenite, ad esempio chi nasce senza un arto, che la definizione di uomo come essere con una anatomia completa è scorretta. Insomma un’operazione da tre soldi che si smonta subito, scorretta sia sul piano scientifico sia sul piano logico-epistemologico e semantico su cui si colloca. Operazione da tre soldi per spostare il consenso. Attualmente il CIO non effettua nessun tipo di controllo per verificare il genere sessuale degli atleti e delle atlete da Atlanta 1996. L’ unico controllo sul genere mai effettuato su Khelif è stato quello voluto nel 2023 dall’IBA, (che è l’organizzazione mondiale che raggruppa tutte le federazioni di boxe del mondo dal secondo dopoguerra, non dei carneadi qualsiasi) test genetico, del DNA, che ne ha stabilito il sesso maschile. Ciò preclude a Khelif la carriera professionistica tra le donne, quindi perdere un sacco di soldi e sponsor, eppure lei ed il suo staff non hanno mai presentato alcun ricorso. Dopo queste olimpiadi, le ultime ad ospitare la boxe, giustamente Khelif combatterà contro gli uomini o non combatterà mai più”». (AI free) (Intervento letto in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=HcfIG2MhrMo&t=11s)

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