La confusione sessuale indotta dallo psico-spettacolo transumano diventa il controllo sopraffino dell’essere.
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Pubblicato anche su Attivismo.info, Sfero, Ovidio Network
Non è stato facile iniziare questo articolo, le direttrici dei possibili ragionamenti si affastellavano una sull’altra, a riprova della matassa inestricabile cui siamo giunti in ordine alla bioetica.
La confusione è da sempre l’habitat ideale per chi intenzionato ad agire in maniera non trasparente e mistificante, infatti la nostra epoca di confusioni ne porta a volontà, in ogni ambito e dinamica, personale e civile.
A complicare ulteriormente la questione è il dato politico: come può la politica regolare un ambito così personale e delicato come quello dell’educazione sessuale?
Ma ancor prima: l’educazione sessuale dovrebbe essere un affare di Stato?
È certamente la risposta a quest’ultima domanda a determinare tutto il resto, e per dare una risposta sensata occorre comprendere quale partita si stia effettivamente giocando: dobbiamo capire che dietro l’influenza di lobby extraistituzionali, di cui facevo cenno qui, la scuola moderna si sta indirizzando al sostegno di quella cultura tesa a demonizzare/sostituire completamente la famiglia per incanalare la vita degli studenti in maniera acritica ai dettami dell’Agenda 2030, che si presume “sostenibile” e “inclusiva”.
Soggetta quindi alla programmazione psico-“scientista” dei nostri tempi la scuola si fa portavoce e “braccio armato” di tale agenda, veicolando tutto il “pensiero unico culturale”, che a ben vedere emerge proprio dalla non reale e profonda accoglienza dei diritti umani, in ogni ambito.
Il bello, è che tale agenda si fregia appunto di farsi paladina dei diritti dell’uomo, una medaglia del tutto immeritata.
Sulle mancanze culturali, politiche e sistemiche in ordine ai diritti umani, consiglio di approfondire questa serie di articoli che ho dedicato all’argomento.
Occorre quindi uno sforzo per aggiustare l’ottica in base a quanto appena detto, al fine di comprendere tutte le ragioni storiche, culturali e deontologiche, sinteticamente riunite in questo articolo, tese a dimostrare come le psico-“scienze” non dovrebbero godere del diritto di prescrivere contenuti, comportamenti e farmaci per un ambito così delicato come quello mentale e comportamentale: occorre fermare tutto quanto disposto come “aiuto”, ma basato su teorie a-scientifiche e innaturali, come denunciavo qui, che si traduce in pratiche devastanti da cui non si può tornare indietro e che certo non servono a migliorare la capacità intellettuale, di analisi e di autodeterminazione della persona.
Si preferisce la falsità psicogena di teorie “transizionali” che portano a dolorose metamorfosi esteriori, invece di ammettere come in realtà tutto ciò scimmiotti la vera scienza e costituisca l’ideologia perfetta per il controllo delle emozioni, della volontà e della vita delle persone, amplificando le prime, togliendo responsabilità alla seconda e rendendo la terza qualcosa di invivibile.
Se non ci fermiamo a riflettere sganciandoci dalle spire del consenso spettacolarizzato, non riusciremo a capire l’enorme portata di ciò che sta accadendo in ordine all’ideologia gender, che nasconde e anticipa quella “post-gender” di totale liquefazione dell’identità con la pretesa di ampliare così i diritti umani.
La problematica è assai complessa e va seguita nelle sue sfaccettature: intanto occorre subito evidenziare il fatto che siamo da troppo tempo abituati a considerarci enti del tutto bio-logici, paradossalmente alterando la vita e la logica.
Questo fa sì che non ci si renda conto della differenza che passa fra la medicina e le psico-“scienze”, differenza dovuta al fatto che la medicina ha a che fare principalmente con meccanismi biologici misurabili, dove il tasso di interpretazione, per quanto grande visto che parliamo di un essere complesso come l’uomo, non è così vario, complicato e poco immediato come quando andiamo ad occuparci dell’aspetto comportamentale e psicologico.
Invece niente, abbacinati dallo scientismo, dalle promesse biochimiche e da paroloni di cui non capiamo il significato ci facciamo trattare con regole, “misurazioni” e sostanze come fossimo un’auto da revisionare per ottenere il lasciapassare circolatorio in strade segnate da cartelli, divieti, sensi unici e corsie preferenziali per una mappa scritta con lo scopo di controllare i circolanti in maniera sopraffina, dando loro l’impressione di esser più liberi e “responsabili” di prima.
In parallelo, a ben vedere come conseguenza, abbiamo la pretesa “liberazione” dal corpo e dal sesso, ma non come conquista spiritual-ascetica, quanto come totale abbandono DELLA realtà biologica del proprio corpo, giustificata dalla rivendicazione per una presunta nuova consapevolezza di una presunta identità che può sembrare “spirituale”, diversamente “sessuata” dal corpo e chiamata “sesso psicologico” o “anima sessuata”, un’invenzione sostenibile solo in quest’epoca di estrema confusione culturale amplificata mediaticamente, un’invenzione che richiederebbe la totale separazione concettuale e materiale della persona dal proprio corpo.
Una presunta separazione che, a ben vedere, costringe ancor più la persona “nel” corpo, eleggendo la carne a unico campo di ricerca e sperimentazione, intellettualizzandola ideologicamente in maniera totalizzante.
È del tutto evidente, tranne per i propalatori del verbo “progressista”, che questi “nuovi diritti” non siano altro che un’inquietante e psicogena “schizofrenia culturale”, tesa ad annullare ogni identità a fini di controllo politico e sociale.
Così, proprio per questa confusione, non vediamo come il mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo sia impegnato in maniera pressoché totalitaria nella sponsorizzazione della confusione sessuale e identitaria sin dall’infanzia!
Nell’appiattimento progressista pensiamo di dover essere così “progrediti” come i nostri figli, senza veramente capire ciò che lo spettacolo sta loro quotidianamente comunicando, senza vedere che i messaggi hanno obiettivi ben precisi, veicolati da “artisti” evidentemente e spettacolarmente ammaestrati sin dall’infanzia a seguire il flusso antietico e apparentemente liberatorio da presunte catene collettive stereotipizzate, che impedirebbero la libera espressione e il libero godimento.
Mentre ci si mutila e si inghiottono ormoni per poi approdare al farmaco per la castrazione chimica, che blocca anche la pubertà, assecondando così il problema entrato nella testa attraverso lo spettacolo, si diventa così spettacolo in prima persona: una trasmissione virale di contraddizioni e falsità ormai talmente automatica e infarcita di slogan che risulta difficile anche seguire nella sua evoluzione.
Questo, questo e questo video del canale informativo Il Mondo Nuovo 2.0 fanno luce sulla storia, sull’aspetto linguistico e finanziario della manovra disumanizzante che sta dietro l’ideologia gender e sulla pretesa “inclusivista” di farsi scudo dei diritti umani per infiltrare la falsa possibilità del cambio di sesso, cosa impossibile da compiere, ma in realtà mutilante e orrorifica, come lo stesso canale commenta qui in relazione ad altre derive ancor più inquietanti.
La direzione sembra così tracciata, verso la definitiva “evoluzione” transumanizzante dell’uomo in qualcosa di schiavizzato ideologicamente e tecnicamente dalle macchine.
E siamo ad una delle questioni che ora più mi premono, che ritengo utile alla costruzione di un pensiero realmente alternativo, una precisazione a quanto dice Elisa data da una riflessione che ritengo assai importante riguardo la delicata questione della dualità mente/corpo: come dicevo poc’anzi, non essendo un vero messaggio di coscienza e consapevolezza personale e spirituale, ma uno scaltro espediente disorientante, è utilizzata dai “filosofi gender” per veicolare l’idea di una presunta “anima sessuata” precedente alla vita attuale, che potrebbe avere caratteristiche ed obiettivi non in “sintonia” con il corpo fisico, giustificando così la liceità della transgenderizzazione.
Credo sia del tutto evidente la falsità di questo impianto ideologico, che solo un’epoca decadente come la nostra, in evidente attesa di essere regolata dell’algoritmo artificialmente “intelligente”, può accettare come se il problema non esistesse.
Se non capiremo una volta per tutte che siamo soggetti a protocolli di vera e propria “ingegneria individuale e sociale”, se da questa comprensione non riusciremo a costruirne un impulso culturale, politico e bioetico capace di far qualcosa in merito con il giusto e necessario mix di cautela e fermezza, guidato da una lettura unitaria e non divisiva dei diritti umani, avremo compiuto la definitiva resa alla tecno-distopia transumana, resa che del resto stiamo già praticando collettivamente, più o meno consapevolmente.
Sul caos antipolitico e antiresponsabilizzante che stiamo ignorando, si sta costruendo il “nuovo ordine mentale” che ci impedirà di vedere chiaramente oltre lo spazio ristretto, mediatizzato e spettacolarizzato, che scambieremo per tutta la realtà di cui abbiamo bisogno.
(AI free)
20 maggio 2024
fonte immagine: Valigia Blu
questi due altri articoli sull’ideologia gender:
https://www.massimofranceschiniblog.it/2018/04/06/diritti-umani-e-gender-comprensione-non-mistificazione/
https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/01/18/ideologia-gender-come-utilizzare-lambito-mentale-per-avviarci-alla-distopia-transumana/