Il pensiero unico dominante e l’ignoranza dilagante passano dall’affermazione delle psico-“scienze” sulla cultura classica e sul mondo della comunicazione
Pubblicato anche su Attivismo.it e Sfero
Il problema delle psico-“scienze” riguardo alla comunicazione, risiede nello spostamento del focus relativo alla semplice trasmissione di idee e concetti, a cui si potrebbe portare chiarimento, sistematicità e metodo rivolgendo le nostre attenzioni alla corretta percezione delle parole ed alla completa comprensione del loro preciso significato: generale, contestuale ed etimologico.
Questo spostamento è stato compiuto ponendo l’attenzione sulla “scoperta”, certo non una novità per la filosofia, l’arte e la letteratura, dei modi della comunicazione, dei suoi tempi, della gestualità, della sua cornice, del suo frame, insomma, sulle modalità di questa.
Su questo spostamento è stata costruita una teoria deviante della comunicazione, con annessa PNL, che ha finito per soppiantare l’accento dalla reale comprensione di idee e concetti, per spostare tutto l’interesse sulla “comunicazione non verbale”.
Non sto dicendo che atteggiamenti ed espressioni, micro e macro, non siano importanti e non comunichino niente, tutt’altro, ma dobbiamo capire che questi hanno radici così profonde nella psiche, certo comprensibili e definibili, utili quando si “lavora con la comunicazione”, ma non facilmente rintracciabili nella personale realtà psichica di ognuno: puntare l’attenzione su questi, senza capire che già la completa comprensione del linguaggio con cui esprimiamo idee e concetti porterebbe un grande chiarimento ed un grande depotenziamento di ogni “manipolazione emotiva” permessa dalla comunicazione, ha costruito la moderna deriva della cultura, dell’informazione e dell’intrattenimento, votati così ad una totale propaganda manipolatoria, non solo delle idee vere e proprie, ma costituente un “pensiero unico” fatto di “consuetudini” percettive che diventano l’unica realtà compresa e comprensibile, veicolato da prassi e confezioni assai virate su una comunicazione emotiva e “coinvolgente”.
Capite il perché dello sforzo compiuto da decenni a questa parte per avvolgere l’espressione artistica nelle spire di un intrattenimento dozzinale e “seriale”?
Capite la ragione dell’opera di distruzione scolastica operata da centri di potere privati capaci di determinare i programmi scolastici ed influire sulle macro scelte deprimendo i licei classici e lo studio di filosofia, storia e letteratura?
Capite il danno proveniente dalle psico-“scienze” che ha progressivamente sostituito la comprensione, la formazione e l’espressione delle parole con apprendimento visuale e cose del genere, con ideologie e metodiche “progressiste”, risposte multiple e quiz?
Ci hanno lasciato in mano all’ignoranza, alla superficialità, all’alterazione, all’approssimazione, all’edonismo, alla manipolazione emozionale che toglie del tutto l’attenzione dalla necessità di vera comprensione, che è innanzitutto comprensione di parole e corretta espressione di idee e concetti.
(In questo articolo dalla serie sui diritti umani, un approfondimento relativo all’istruzione).
4 maggio 2022
Fonte immagine: Pixabay