Perché è difficile demolire il puerile stigma “complottista” del mainstream?
Articolo pubblicato anche sulla rivista on-line APPELLO AL POPOLO nella sezione rassegna stampa, a questo link: https://appelloalpopolo.it/?p=68738
Pubblicato anche su Attivismo.info e Sfero
La nostra civiltà è iperconnessa, ma priva di reale comunicazione e comprensione; è apparentemente globale, ma in realtà sottomessa alle stesse corporazioni; è accogliente e paritaria, per chi si piega all’agenda globale demolitrice della politica e dello Stato di diritto.
In questa “ci-viltà” il dissenso è emarginato con l’“elegante” epiteto “complottismo”.
Per chi crede di poter vivere una vita più tranquilla non capendo niente di politica, o per chi pensa di capirne qualcosa perché usufruisce dei talk politica-spettacolo, l’Occidente non è retto da poche famiglie, logge, corporazioni e oligarchie varie, in primis finanziarie: per questi il mondo, certamente imperfetto, sta comunque resistendo pur fra mille problemi, sta generalmente facendo del suo meglio per sopravvivere ed affrontare globalmente le molte “emergenze”, da non mettere certo in discussione.
Per questi il buon vecchio “conflitto d’interesse” non esiste o non è preso in considerazione, oppure è visto come un male minore, quasi necessario vista l’indubbia competenza che si attribuisce a chi guida le nostre vite.
Le autorità, anch’esse imperfette, sarebbero strenuamente impegnate a farci vivere la miglior vita possibile in questa realtà ormai così “complessa” – la complessità è una delle paroline magiche atte a mantenere una narrazione riservata a pochi – e molti errori o apparenti storture sono tollerati… chi è perfetto scagli la prima pietra!
In questo panorama occorre evitare ogni pessimismo, ogni domanda scomoda, si passa anche per essere additati male!
Chi si fa dei problemi non è ben visto, attaccato pesantemente, marchiato a fuoco dall’infamia complottista capace di demolire credibilità, onore, fama, gloria, lauree, meriti professionali e carriere, persino Nobel!
Uno dei fattori più importanti che caratterizzano l’attuale regime autoritario che sta avvolgendo il mondo, è perciò dato dal fatto che i pulpiti dai quali si profferisce la propaganda anti-complottista hanno una legittimità democratica e repubblicana praticamente nulla.
Un’altra cosa triste in tutto ciò, è l’incapacità dei “dissidenti” di rispondere al mainstream inchiodandolo alle sue contraddizioni, quando di volta in volta cadono nel tranello mediatico politica-spettacolo.
La soggezione verso i media è devastante: il “mainstream alternativo” frequenta i media alternativi, ma è impreparato a gestire i rari spazi concessi dal mainstream sui quali, in ogni caso, non ha alcun potere per quanto riguarda confezione e messa in onda.
Mai un “alternativo” che rifiuti di apparire nel circuito mainstream, che abbandoni la difensiva e cerchi di far domande sul modo di svolgere un “servizio” che è di interesse pubblico e sulla legittimità democratica del media che lo sta intervistando, o sulla reale ed ultima proprietà dello stesso!
Il pubblico non deve sapere che i veri padroni dei media sono gli stessi della finanza, delle banche, delle industrie farmaceutiche, delle corporazioni globali e di molto altro!
Alla mia denuncia sull’incapacità del mondo “alternativo” di costruire una seria, unitaria e consapevole risposta politica – “divertitevi” a vedere questa serie di video – va quindi aggiunta l’incapacità/cecità rispetto al dato comunicativo e mediatico, quasi che i suoi esponenti pensassero di intaccare con la loro semplice e rara presenza il film che il mainstream ha costruito nella testa della gente.
Tutti appagati dall’accesso ad un minimo di visibilità?
Insomma, sto denunciando un variegato appiattimento sulla realtà data, amplificato dalla paura di non essere più presi in considerazione e/o finire nello stigma complottista.
E il futuro non è certo roseo: vista la distruzione dell’istruzione al pensiero critico e l’amichevole, avvolgente realtà mediatica e social-mediatica, così capaci di intrattenerci ed “informarci” deformandoci, il pensiero unico dominante sarà messo in discussione da sempre meno persone.
Basta che parliate con i giovani, e capirete.
Solo uno scatto d’orgoglio politico, culturale e volto al ripristino del senso più puro dei diritti umani, in ogni campo, potrà avere una chance di ribaltare il veloce declino di questa civiltà.
Saremo in grado di compierlo?
19 novembre 2021
fonte immagine: Pixabay
Riguardo alle problematiche relative ad una potenziale politica alternativa ed al necessario ambito mediatico, propongo la lettura di questo primo e del successivo articolo, pubblicati anche sulla rivista Sovranità Popolare.