Qui la versione dell’articolo per YouTube
Siamo preda di “poteri forti” che sanno di non avere ostacoli da un popolo mentalmente imbavagliato, eticamente addormentato, civilmente distratto
Pubblicato anche su Attivismo.info
L’Italia non è un Paese libero.
Affermando ciò non mi riferisco soltanto alle solite corporazioni, finanza e poteri forti che nomino spesso quando parlo di politica e “massimi sistemi”.
No, l’Italia non è un Paese libero, in primo luogo, perché non è libero il suo popolo.
Amo troppo il mio Paese, non vorrei vivere altrove, riconosco gli enormi pregi e abilità del nostro ingegno, il patrimonio culturale senza eguali e l’importanza storica di primo piano, tutte caratteristiche difficilmente avvicinabili da qualsiasi altro Paese.
Ciò detto, non posso non ammettere che non siamo perfetti, chi lo è del resto: il nostro difetto, strano a dirsi per un popolo capace di così grandi altezze, è la mancanza di libertà.
Nonostante la marea di geni, proprio in termini culturali, civili e di libertà intellettuale di figure che fanno la ricchezza del nostro Paese, sembra che gran parte del popolo italiano, il cosiddetto italiano medio, nonostante il retaggio ed i grandi esempi storici e culturali contrari all’omologazione, all’appiattimento, al conformismo, non riesca a fare quel salto di qualità necessario alla sua libertà, personale, culturale, sociale, nazionale.
Vediamo la voce italiano medio da Wikipedia.
[…] Con il passare del tempo l’espressione ha assunto una connotazione peggiorativa, passando ad indicare un personaggio indistinto la cui mediocrità riassume vizi, errori e difetti che gli italiani sono soliti attribuirsi, come, ad esempio, il cinismo e qualunquismo nel giudizio politico, il perseguimento dell’interesse familistico che fa premio sul senso civico, o l’espressione di forme di anarchismo anti-stato.
Un’altra connotazione diversa di questa espressione che ha assunto negli ultimi tempi è quella del “tipico” italiano di estrazione culturale medio-bassa che mostra un disinteressamento alle questioni critiche di interesse nazionale, scarse capacità in rapporto al lavoro e al proprio ruolo in società, interessato nel quotidiano perlopiù al divertimento e a questioni di poco conto quali il calcio, varietà televisivi, programmi comici leggeri, quiz con domande poco difficili, notiziari mondani e film da cassetta, dimostrando in genere una forte influenzabilità da parte della cultura di massa.
Credo che la definizione si addica perfettamente ai tristi “mascherinati”, o “museruolati” che dir si voglia, assai meno liberi dei cani che portano al guinzaglio.
Sono costretto a non guardarli troppo, per non arrabbiarmi ancor di più quando esco per il giornale o la spesa.
Non capire che stiamo scivolando su una china pericolosa, che il governo non avrebbe mai dovuto prendere, conferma quanto l’italiano medio sia insensibile ai suoi diritti, intellettualmente malleabile, soggetto ad un conformismo non ragionato e male informato.
Il fascismo soft del terzo millennio, assai più pericoloso perché strisciante ed invasivo, permette alla maggior parte delle persone di appoggiare il governo, sulla base di una paura irragionevole, almeno stando ai dati.
Permette che si formino delatori insensibili ai veri diritti, perché manovrati con paura/sicurezza, proprio come al tempo del Fascismo stesso.
La sostituzione dei roboanti e virili annunci del “fascio” con le “soavi” litanie “restincasiste” non cambia la questione, è solo il segno di tempi ancor più oscuri per la libertà di pensiero.
Che dire poi dell’“andrà tutto bene”?
Non avvertiamo un leggero senso di scaramantica inquietudine mentre l’Italia sta scendendo nel precipizio del crollo dei consumi, della chiusura delle attività, di una disoccupazione non più sopportabile, di un debito generalizzato e perenne pensato apposta per permettere ai mercati (leggi banche private) ed a paesi presunti amici di acquisire le nostre bellezze ed infrastrutture strategiche?
Purtroppo, vediamo che a niente valgono le pur forti parole della parlamentare Sara Cunial, e i dati veri con le conseguenti deduzioni che sempre lei mette a disposizione qui.
Qui, dal minuto 20,07 al 42,11, due importanti interventi in un convegno internazionale che aiutano a comprendere molte cose della cosiddetta pandemia.
Per completare questo pur minimo angolo di controinformazione sulla faccenda legata al coronavirus, vediamo anche come si sia giocato sulle cifre dei medici morti.
Beh, direte voi, l’italiano ha accettato museruole e arresti domiciliari per paura di una cosa che, reale o gonfiata che sia, investe il senso di sicurezza, la sopravvivenza stessa della persona senza la quale non ci sarebbero altri diritti da far valere, in primo luogo.
Certo, si può capire, ma non condividere, appena ci si pensa un po’: se l’italiano medio avesse realmente un senso profondo di dignità e giustizia, una consapevolezza della Costituzione e dei suoi reali diritti e del perché tali diritti siano più importanti di qualsiasi altra cosa, se avesse chiaro che i diritti stessi vanno contemperati e che la loro applicazione debba essere bilanciata, senza che alcuni possano comprimere quelli più fondamentali della persona, avrebbe forse agito diversamente: per una cosa così grave come il lockdown (che si inizia ad ammettere come una vera e propria sospensione della Costituzione), dopo un primo momento comprensibile di costernazione e sconforto i cittadini si sarebbero informati esercitando un sano dubbio, avrebbero approfondito la questione in maniera seria, anche alternativa all’inguardabile melassa psico-“scientifica” di una televisione a senso unico, gestita dalle stesse corporazioni che hanno già da un bel pezzo pronte le loro “risposte”, come anticipato da anni qui e riportato qui, con altre conferme in questo.
Però, con i miei conterranei qui mi fermo, anche perché non vorrei ricadere nel luogo comune che spesso sentiamo: il nostro Paese sarebbe così ridotto perché, in primo luogo, è fatto a nostra immagine e somiglianza, un prodotto dell’italiano medio, dei nostri difetti, delle nostre scelte, anche elettorali.
Non dico che non ci sia del vero in ciò, come potrei, ma a che serve un ragionamento siffatto se non ad alleggerire in qualche modo la coscienza, la responsabilità di figure istituzionali e di livell0?
Cosa nasce nella nostra mente quando ci “responsabilizziamo” in questo modo?
Voglia di cambiare?
Forse.
Ma c’è un problema, che trasforma la voglia di cambiamento con quel senso di resa incondizionata, nella speranza che il peggio non accada proprio a noi, che riusciremo in qualche modo a “cavarcela”, da “bravi italiani”, desiderosi di mascherina da effetto placebo anti paura tv-indotta.
C’è quindi un feedback negativo fra popolo ed Istituzioni, una risposta che, al contrario, potrebbe essere talmente positiva da far scaturire tutte le riforme necessarie ad avverare la democrazia della nostra Carta Costituzionale.
La struttura stessa della società, anche politica ed istituzionale, è fatta di relazioni, alla stessa stregua dei rapporti personali, ok?
Come funziona una relazione che non funziona, che non è creativa da entrambe le parti, che non ha lo stesso grado di attenzione fra i terminali?
Come funziona una relazione che vede una parte pretendere ed afferrare con forza, senza darsi all’altra nello stesso modo?
Chiariamo ben bene una cosa: non sto parlando del solito “governo ladro”, della generica “casta”, degli “amici degli amici”.
Sì, certo, tutto vero, ma il problema è più grande è nel regime attuale, che non ha veri ruoli se non sbiadite targhette con cui nominare lacchè di circoli ristretti, assunti per curare ben altri interessi da quelli del Paese.
Una caotica ma organica melassa che ruota intorno al circo televisivo, uno spettacolo felliniano talmente brutto e senz’anima, che riuscirebbe a spengere lo stesso sguardo divertito del Maestro.
Una melassa quindi, fatta di litigi ormai stucchevoli, buoni solo a mantener la scena per un’audience culturalmente ignorante, civilmente distratta, eticamente addormentata.
Pensate che un forte dissenso dell’opposizione, anche invocato civilmente nelle piazze, non avrebbe sortito qualche effetto sull’azione di un esecutivo che si è fatto monarca instaurando un regime permesso dalla Costituzione solo in Stato di Guerra, anche se con ben altre modalità?
Pensate che un’occupazione delle aule parlamentari ed un forte appello al Capo dello Stato, sinora “compiacente”, non sarebbe servita a far capire qualcosa agli italiani assediati da un’informazione che non ammette repliche ma instaura task force censorie?
Pensate che i “rappresentanti” del Popolo siano così inermi?
Pensate che un forte appello verso la Corte Costituzionale (che appena oggi inizia “timidamente” a mettere i puntini sulle “i”, purtroppo a danni già fatti), la Magistratura e le varie Forze Armate, tenute ad osservare e far rispettare la Costituzione sulla quale hanno giurato, non avrebbe sortito effetti devastanti per l’azione di governo, ma salutari per la condizione democratica e la libertà del Paese?
Pensate avremmo visto in tv le ridicole scene di un “potere” che riesce a calare dall’alto con elicotteri su singoli cittadini inermi ed innocenti?
Pensate avremmo visto agenti delle forze dell’ordine abbassarsi senza ritegno alla censura dei diritti più elementari?
E qui mi fermo, per non aggiungere altro disonore sui vertici dei Corpi dello Stato, che dovrebbero difendere i nostri diritti.
Ma non posso non vedere, purtroppo, il rispuntare della solita solfa cui accennavo all’inizio, non ci sono altre spiegazioni sull’attuale regime permesso dalla generalizzata accondiscendenza al tradimento della Costituzione e del Paese: il nostro sistema politico-istituzionale è eterodiretto dall’alto, come argomentavo nel precedente articolo della serie sul “partito ideale”.
Solo così possiamo capire la sterile “dialettica”, il teatrino dei luoghi comuni politici, culturali, televisivi.
La mancanza di una seria opposizione sta precipitando il Paese nel baratro di un appiattimento civile, anche controllato elettronicamente da un sistema sussiegoso della sua “presa” su di un popolo disabituato a ragionare e protestare.
Purtroppo però, non finisce qui, il feedback negativo sulle nostre singole vite e scelte ha responsabilità ancor più difficili da sopportare, che investono il mondo della cultura e dell’arte: pensate che i vari Fò, Rame, Fellini, Dalla, De André, Stratos, Pasolini, Biagi, Battisti, Guttuso, Tenco, Bocca, Martini, Sciascia, Montanelli, Flaiano, Fallaci, Sordi, Albertazzi, Gaber e tutti gli altri che potrebbero venire in mente, avrebbero accettato la squallida partecipazione alla disfatta dei nostri diritti?
Pensate non avrebbero avuto da ridire sul ridicolo “Distanti Ma Uniti”?
Pensate si sarebbero prestati al rettangolino diretta-Tv casalinga?
Pensate cosa accadrebbe se YouTube fosse invaso di video in cui artisti famosi, dopo aver invitato i cittadini a seguirli, si unissero a loro nella stessa piazza di residenza per stringersi al partner in un bacio intenso e appassionato che non si interromperebbe all’arrivo dei gendarmi mascherinati!
Perché gli artisti non fondano un’associazione con avvocati loro amici per fornire un sostegno gratuito, documenti e prassi valide per rigettare multe e provvedimenti incostituzionali?
Troppa “creatività” forse, per “artisti” ormai completamente soggiogati a modalità e contenuti dello show biz globale?
Credete che il governo sopporterebbe il pacifico ma disarmante assalto?
Stessa cosa per gli industriali: credete che il vecchio Olivetti, o Ferrari, o qualsiasi altro della generazione che ha rialzato l’Italia dalla guerra avrebbero accettato tutto ciò?
Credete che una sollevazione a suon di ricorsi ed avvocati da parte delle organizzazione professionali non sortirebbe effetti?
Stendiamo un velo pietoso sugli attuali sindacati, che chiuderebbero anche l’aria che respiriamo.
Stessa cosa per la stampa, che avrebbe potuto stampare ben altri titoloni e fornito un vero servizio di informazione legale di sopravvivenza al cittadino: il governo sarebbe caduto in men che non si dica, mentre ora, ad esempio, appena iniziano ad ammettere questo.
E per ultimo, dulcis in fundo, non posso non pensare al Papa, alla Chiesa Cattolica che si è vista annullare la libertà religiosa, che ha visto gendarmi museruolati interrompere funzioni.
Pensate solo questo: cosa accadrebbe del governo e delle sue ridicole, ma devastanti misure, se il Papa avesse invitato i fedeli ad andare regolarmente alle funzioni religiose e avesse detto che la Chiesa avrebbe pagato tutte le multe, rivelando di aver fatto prendere accodi tra Poste e Banca Vaticana per far addebitare a questa tutti gli importi relativi?
Pensate che il Gesù liberatore del tempio dai mercanti non avrebbe approvato?
Il Papa dimentica che la religione non è solo fatto individuale, ma anche funzione liberatoria dell’uomo, anche civile e politica, quando necessario?
È questo che dobbiamo finalmente capire: quanto sarebbe durata questa grottesca ma democraticamente esiziale farsa se anche solo una fra le “parti” sociali, istituzionali, culturali ed artistiche avesse detto “NO!”?
Una democrazia che non funziona lascia il Paese senza reale Stato di diritto e lo declassa a territorio di conquista da parte dei veri poteri forti, finanziari, corporativi, tecnocratici e di altro tipo.
Statene certi, andrà tutto bene…
28 aprile 2020
qui il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani
fonte immagine: Luxgallery
Già… ogni singolo cittadino è responsabile ma più di tutti chi avrebbe l’autorevolezza di ispirarci, di poter incidere sulle scelte politiche, di guidare e organizzare azioni rivoluzionarie, seppur pacifiche. Noi, normali cittadini dal canto nostro dovremmo prima di tutto aumentare la nostra consapevolezza.
Già, cosa assai difficile data la mole di dati “politicamente corretti” uniformemente serviti dal mainstream, resa ancor più difficile dall’assenza di pensiero critico fornito da una scuola distrutta e tecnicizzata