Finché la società civile non acquisirà consapevolezza politica saremo alla mercé dei molti virus corporativi
pubblicato anche su Attivismo.info
La drammatica intervista al medico dell’ospedale di Bergamo, sul Corriere della Sera di oggi, mostra le carenze del nostro sistema socio-politico, caratterizzato da un livello di contraddizioni interne ormai al limite.
In sostanza, il problema è sinteticamente esposto dal titolo dell’articolo: Dobbiamo scegliere chi curare e chi no. Come in ogni guerra.
Le responsabilità di questa situazione non escono direttamente dalla bocca dell’intervistato, ma dal senso di ciò che dice: a precisa domanda sulla carenza di personale risponde: Tutti stiamo facendo tutto. Noi anestesisti facciamo turni di supporto nella nostra sala operativa, che gestisce Bergamo, Brescia e Sondrio. Altri medici di ambulanza finiscono in corsia, oggi toccherà a me. […] Tanti miei colleghi stanno accusando questa situazione. Non è solo il carico di lavoro, ma quello emotivo, che è devastante. Ho visto piangere infermieri con trent’anni di esperienza alle spalle, gente che ha crisi di nervi e all’improvviso trema.
Altra domanda chiave sul fatto se esista ancora il diritto alla cura: In questo momento è minacciato dal fatto che il sistema non è in grado di farsi carico dell’ordinario e dello straordinario al tempo stesso. Così le cure standard possono avere ritardi anche gravi. […] Normalmente la chiamata per un infarto viene processata in pochi minuti. Ora può capitare che si aspetti anche per un’ora e più.
Il buon dottore dice di non cercare una spiegazione a tutto ciò, concludendo così: Mi dico che è come per la chirurgia di guerra. Si cerca di salvare la pelle solo a chi ce la può fare. È quel che sta succedendo.
Bene, credo sia giunto il tempo che “le spiegazioni” debbano arrivare dalla nostra consapevolezza, dal riuscire definitivamente a capire le menzogne del pensiero unico, responsabile di una narrazione sostanzialmente falsa della realtà, propagata dalla politica “di sistema” e veicolata nei media, le vere ancelle di un sistema globale privato che usa la finanza, ancor prima delle armi, per depredare economie e conquistare la guida di sempre più Nazioni.
La sanità indebolita da anni di tagli e privatizzazioni è costretta all’impotenza e il Governo non è capace di chiudere la borsa, oggi in fortissimo ribasso, per impedire che si svendano ulteriori asset del Paese.
La “religione”, e mi scuso con le religioni, del “privato è meglio”, rende lo Stato di diritto praticamente inesistente: indifeso sia “da destra”, sia “da sinistra”, aspetta un “miracolo” da un’Europa che farebbe meglio a lasciar andare per la sua strada di menzogne e regali a banche e finanza.
Mentre guardiamo con apprensione il continuo Tg terrorizzante crediamo che il problema sia un virus, certo da non sottovalutare, quando la vera questione è la non consapevolezza dei cittadini, da troppi anni ben “addestrati” alla modernità da una tecnologia sempre più invasiva e distraente, una compagna di vita che plasmerà sempre più il nostro vivere.
Già vedo concittadini chiedere sempre più “sicurezza”, anche dai virus futuri, entusiasti all’idea di medicalizzazioni forzate e del 5G in ogni angolo delle nostre case e città, sempre più disposti ad abbandonarsi definitivamente all’abbraccio apparentemente salvifico degli automatismi tecnocratici.
Penseremo di vincere i pericoli ed i conflitti che minano le nostre sicurezze perdendo la guerra principale alla nostra libertà, che neanche sappiamo di star combattendo e di cui non riusciamo a vedere il campo di battaglia.
Gli attivisti e gli intellettuali consapevoli della dimensione e della vera natura dei virus che infettano le nostre esistente hanno una sola responsabilità: quella di trovare il modo di unirsi per sintetizzare l’unico vaccino oggi necessario, che si chiama sovranità dello Stato di diritto sancita dalla sua Costituzione.
I cittadini devono capire chi è al potere, chi crea e sfrutta le paure e le emergenze: per aiutare questa consapevolezza credo utile, definitivamente, richiamare i più alti valori già patrimonio delle nostre democrazie, anche se dimenticati dagli interessi finanziari privati: i 30 diritti dell’uomo, gli unici capaci di armonizzare libertà personale e responsabilità collettiva.
A chi dotato di forza e lungimiranza, buon lavoro.
9 marzo 2020
Questo il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani
fonte immagine: Defense.gov
Il coronavirus ci ha dato il colpo di grazia e ha messo in luce tutte le carenze e le emergenze di uno Stato che ha raggiunto il collasso. È un errore credere che l’unico modo per uscirne sia il controllo sanitario, finanziario e la polizia. È ora di svegliarci, di riappropriarci di tutti i nostri diritti umani e costituzionali e farli rispettare ora o mai più, con un’ opposizione a ogni sorta di violenza e limitazione di libertà da parte dello Stato e da parte dell’Europa.
Concordo, le basi del vivere civile devono trovare un riscontro in uno Stato di diritto che funzioni secondo regole condivise, a partire da quella Costituzione che troppe volte è disattesa e dimenticata, o ricordata sono quando conviene.
Ciononostante, ora dobbiamo attenerci a quanto disposto, per non creare ulteriore caos e cercare di limitare chi avrà bisogno di assistenza respiratoria, il vero problema sanitario che sta emergendo sempre più forte.
Complimenti Massimo! Sempre molto lucido e lungimirante!
Grazie cara, e benvenuta!
Ciao massimo lascio un commento di prova
Grazie caro, buon lavoro!