Inversioni interessanti, ma inquietanti!
L’articolo apparso nell’inserto Sette del Corriere il 5 aprile scorso, dal titolo Così la scienza ha creato Dio, ci racconta l’enorme sforzo intellettuale di alcuni che studiano il fenomeno fede, con occhio “scientifico”.
Sembra che non sia così facile in un paese clericale come l’Italia, ma riesce benissimo nel mondo anglosassone.
Eccone due esempi: il libro Rompere l’incantesimo, la religione come fenomeno naturale del filosofo Daniel Dennett e Nati per credere: la scienza del sentimento religioso infantile di Justin Barrett, psicologo dello sviluppo.
Per farla breve, sembra che aver fede renda più sani, migliorando la respirazione e l’equilibrio cardiovascolare.
Il docente di filosofia della scienza Telmo Pievani, autore di Nati per credere afferma: “Sembra proprio che sia l’evoluzione ad aver creato Dio e non il contrario”.
Insomma, noi siamo vita, quell’ente che ha plasmato i corpi fino a farne un mezzo estremamente valido per la sopravvivenza su questo pianeta, abbiamo scritto, sentito, speculato, lottato, pregato, meditato, immaginato, sperimentato, postulato e filosofato sulla causa ultima delle cose senza “riuscire” ad escludere un ente supremo, lo spirito, l’anima, un universo spirituale, la trascendenza, un infinito non misurabile perché immateriale, ecc. ecc., solo per… avere una migliore condizione aerobica!
Interessante!!!!
Fortunatamente l’articolo conclude con un necessario ritorno alla realtà: “Ma queste interpretazioni non sono riduttive rispetto alla complessità del fenomeno religioso? Ludwig Wittgenstein diceva che, quando si è risposto a tutte le domande scientifiche, non si è risposto a nessuna domanda filosofica”.
Meno male… stavo per tagliarmi le vene!
Che ci sia dietro lo “psicofarmaco teologico” per indurci visioni mistiche e farci sentire meglio?
19 maggio 2012
fonte immagine: istruzioni a Microsoft Bing