tratto da: Un Programma di Pace, Sovranità e Diritti Umani
[…] Ecco allora che dovremmo capire quanto risulti necessario il richiamo ai 30 diritti dell’uomo, a patto che siano compresi e assunti nel loro complesso ad etica, prima personale poi, necessariamente, politica: sono gli unici valori in grado di controllare la tecnica e ricomporre la frattura culturale, diventata ormai cornice del dominio privatistico sulle nostre vite e sullo Stato di diritto.
Ognuno dovrebbe essere “sovrano” come persona: in assenza di comportamenti lesivi delle sovranità altrui nessuna autorità, prassi o automatismo dovrebbe violare la libertà della nostra dimensione, l’universo di pensiero e le sensibilità che più ci appartengono.
È proprio il concetto di “sovranità”, a ben vedere, l’espressione etica dei diritti umani: ogni persona è inviolabile, quindi “sovrana” in quanto tale perché componente fondante e fondamentale della comunità.
La sovranità politica della comunità, secondo i diritti umani, trova legittimazione e forza nel rispetto delle sovranità individuali, che solo se libere possono razionalmente comporre la comunità in uno Stato di diritto.
Ecco così il “sovranismo” nella sua massima espressione, filosofica, giuridica e democraticamente più consona a rappresentare il progresso auspicabile della politica, altrimenti troppo debole di fronte all’enorme macchina degli ingranaggi tecnocratici privati. […]
5 febbraio 2019, ripubblicato per l’Associazione Enrico Mattei 1948
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