Considerazioni sul rapporto con le A.I., stimolate dall’interessante opera prima di Alex Garland
Ho visto l’interessante opera prima di Alex Garland, scrittore e sceneggiatore passato alla regia.
Il film fantascientifico tratta il tema intelligenza artificiale, soprattutto in relazione alle problematiche di interazione di questa con gli uomini.
L’opera è stimolante, perfino intrigante e magari necessita anche di una seconda visione; del resto, soggetti del genere offrono lo spunto a mille considerazioni non solo tecnico-cinematografiche.
Dato che mi stimola a scriverne lo ritengo certamente un bel film, anche se non un capolavoro.
Ciò che ha contribuito alla voglia di dire qualcosa sono state anche un paio di recensioni lette qua e là.
Intanto diciamo subito che la fantascienza moderna sembra non tener più conto delle leggi della robotica istituite da Asimov, atte ad escludere la possibilità che un androide possa danneggiare un essere umano.
Le coscienze artificiali del cinema sembrano spesso programmate senza tener conto di queste leggi, sembrano sovente più umane di noi, quindi destanti più simpatia soprattutto se raffrontate a qualche umano “miserevole” che si contrappone loro.
Oppure, ci vengono proposte più razionalmente pericolose e determinate a sopravvivere, costi quel che costi, dotate di una mente che sembra una spada se paragonata con le sofferenze, le contraddizioni, le “imperfezioni” e le miserie umane.
Riguardo le tre leggi: trovo lacunosa la fantascienza che non ne tiene conto o che non esplicita le modalità del come e del perché le A.I. possano/vogliano superarle.
Oltre a ciò, abbiamo una visione del rapporto A.I.-uomo che, anche da parte della critica, tende ad essere eccessivamente benevola con quella che rimane pur sempre una macchina.
La cultura, il giornalismo e la critica moderni impregnati di scientismo, di materialismo e di evoluzionismo, si dilettano a proporre continuamente l’immagine di un’umanità destinata a scomparire o “meritarsi” un oscuro destino.
Sembra che l’uomo sia per forza di cose condannato all’estinzione data la sua irrazionalità, per mano di sé stesso o di qualche meccanismo da lui innescato o incolpevolmente non fermato.
Qui è l’intelligenza artificiale che viene ammantata di una sorta di “purezza”, in altri film può essere una mega catastrofe climatica dovuta all’incuranza per il pianeta che ci ospita, oppure gli alieni od altro ancora.
Ebbene, se fine per l’umanità dovrà essere, sarà certamente per le nostre contraddizioni, per lo scarso impegno degli uomini di sapere e per la negligenza più o meno voluta delle scuole e delle istituzioni, incapaci di promuovere veri cittadini, onesti e responsabili.
Sarà la fine, anche per “merito” di quelli che campano materialmente e “mentalmente” su una visione negativa dell’essere umano, per quelli che non vedono o non danno importanza alle meravigliose opere, agli ideali ed agli atti di altruismo, non programmati, di cui lui e solo lui è capace.
Ecco allora che può sembrare affascinante e “superiore” un androide dalle sinuose sembianze femminili, solo intento a “sopravvivere”, costi quel che costi, senza però alcuna responsabilità ed etica umana.
9 agosto 2015
fonte immagine: Wikipedia