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UN TRISTE MATERIALISMO

Il materialismo imperante rappresenta una vera e propria involuzione del sapere

Qui la versione dell’articolo per YouTube

di Massimo Franceschini

La presunta “scienza” psichiatrica, ha dovuto etichettare come allucinazioni e reazioni biochimiche cerebrali tutti gli indizi sui livelli di consapevolezza profondi, ricordi di vite passate, cognizioni varie, emersi durante la ricerca; anche quando rivelatisi con l’ipnosi, cioè in uno stato in cui il soggetto non era cosciente e padrone delle sue azioni e reazioni.

Ha dovuto etichettarle in quel modo pena il crollo di tutta l’impalcatura teorica materialista, mentre l’idea che noi siamo anime, che addirittura abbiamo vissuto molte vite precedenti, è una delle più antiche e comuni della cultura umana.

L’uomo dell’antichità ha mostrato con i suoi scritti di avere un pensiero raffinatissimo, parlo ad esempio dei Veda, inni sacri in cui però troviamo anche le basi di molte cose che oggi chiamiamo scienza.

Nel mondo antico la conoscenza era una, suddivisa in molte sfaccettature; la divisione e la contrapposizione dei saperi è storia relativamente recente.

La cultura materialista dominante ha così contagiato anche chi crede in una dimensione trascendente, fino ad impedirgli di comprendere svariati paradossi.

Chiedere la dimostrazione o la “misurazione” di una cosa immateriale non misurabile, come l’anima, è un controsenso.

La scienza non può spiegare scientificamente gli indizi del trascendente, può solo analizzare e mostrare, fino ad un certo punto, le reazioni biochimiche che avvengono nel cervello quando pensiamo o facciamo qualcosa.

È ovvio che molti flussi energetici avvengano nel cervello, come è ovvio che nel quadro comandi di una macchina passino tutti gli input del computer di bordo (che sarebbe la mente) e del conducente (che è in effetti l’anima).

Questa suddivisione delle parti dell’uomo aiuta a comprendere molti più fenomeni, altrimenti dovremmo credere di essere dei cervelli determinati da eventi biochimici, storici, evolutivi, culturali, ambientali e chi più ne ha ne metta.

Insomma, saremmo cose determinate da tutto meno che da noi stessi!

La nostra quindi non sarebbe mai vera scelta, vera volontà e nostra responsabilità.

Cosa sarebbe insomma quella cosa che presiede a tutti gli sforzi etici, culturali, filosofici, artistici e scientifici della razza umana?

Un cervello determinato dall’evoluzione, dai geni e da reazioni biochimiche?

Triste destino della cultura, la deriva materialista.

 

25 settembre 2014

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